I Segreti di Capri
Uno speciale di Daverio porta in tv storie e misteri di Villa Malaparte
La Repubblica - 12/08/2006
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STELLA CERVASIO
Ci sono due modi per parlare di Cina Napoli in maniera "alta" e senza scadere nelle maglie della produttività a basso costo. Una è occupandosi del Collegio dei cinesi (l'Orientale) fondato a Napoli dal prete Matteo Ripa, che aveva lavorato come incisore alla corte di un imperatore. L'altra èagganciarsi alla casa caprese di Curzio Malaparte, che lui avrebbe voluto fondazione vicina agli scrittori cinesi. Propenso a portare la "meraviglia" al pubblico tv, "Passepartout", alias Philippe Daverio dedica due puntate dei suoi speciali (fino al 16 settembre, su Rai Tre ogni sabato alle 23.25) alla "Casa come me" di Malaparte, che prosegue il ciclo delle grandi dimore italiane. Stasera, usando come sfondo lavilla caprese, siparlerà di "Design" con Vanni Pasca e Marco Gorinie Jean Blachaert, mentre il 19 agosto il tema sarà "La Cina e l'Europa", e ne discuteranno Filippo Mignini, Massimo Terni e Niccolò Rositani, figlio di una sorella di Malaparte. Luogo della mente, episodio architettonico che può competere con capolavori come la Casa della Cascata costruita in Pennsylvania da Lloyd Wright nel '35 e ancora oggi ispiratrice di Young British Artists come Ian Kiaer, che nelle sue installazioni ha collegato lo sco glio di Malaparte al viaggio di Brueghel nel Sud Italia. Secondo altri, Casa come me' può essere annoverata fra i primi abusi edilizi del secolo. Daverio tornerà a battere il chiodo di una polemica che vede due scuole di pensiero: il progetto è di Adalberto Libera, ilprogetto è solo di Malaparte. Nel saggio di Marida Talamona del '90 si ribadisce che solo i disegni iniziali di Punta Massullo possono riportarsi all'architetto Libera, uno dei grandi del Novecento, autore del Palazzo dei Congressi dove fu girato il film "Il conformista" di Bertolucci e delle Poste di via Marmorata, sempre a Roma (dove Scola ambientò "Brutti sporchi e cattivi"). Dove Libera passava, tornavano poi i registi: le foto più evocative della casa sdraiata sulla roccia di Capri sono quelle di Brigitte Bardot, accanto a Fritz Lang, Michel Piccoli e Jack Palance, in "Le Mépris" di Godard. La celebre e scabra terrazza è stata teatro anche de "La pelle' della Cavani. "In questa totale indifferenza dello spazio superiore nei riguardi della residenza sottostante è la chiave per comprendere la casa. Esternamente essa èarida, ottusa. Rinunzia a funzioni e segni effimeri. Scavalca, connette, si erge", scrive l'architetto Francesco Venezia, autore di alcuni tra i più significativi scritti su Villa Malaparte. Le fotografie di Punta Massullo sono ripetitive. Fa eccezione quella di Luciano D'Alessandro, il quale si è servito della realtà come se l'avesse allestita lui stesso. Ha posto il dinamismo perpendicolare allo scoglio di un motoscafo, mettendo in movimento la roccia che dalla barca sembra attraversata. D'Alessandro è diventato così inteprete ironico di Malaparte che avrebbe detto a Rommel (suo ospite immaginario) che la casa l'aveva trovata già fatta; lui aveva progettato il paesaggio.
Daverio, pur se in forma più salottiera, è d'accordissimo con la Talamona. «La costruì Malaparte, Libera è solo una leggenda. Infatti l'esaltazione machista malapartiana c'è tutta. Nel programma affronterò anche la questione di Capri, specie di catastrofe biblica del turismo. Votatasi al turismo sperimentale con approdo di carne umana a tot chili all'ora, mi ha fatto l'effetto del memento mori per l'Italia intera di domani. E evidente che quella non è la strada da seguire». E l'eredità lasciata ai cinesi? «Un'altra balla. Voleva una fondazione che avesse per i cinesi la stessa simpatia dimostratagli quando in quel Paese era andato da inviato e si era ammalato. La fondazione non è mai nata perché non c'erano i fondi e gli enti pubblici evitarono di dare una risposta. Niccolò Rositani che l'ha riavuta ci spende tanti soldi: ogni tanto arriva l'onda e gli lava la casa, facendo non pochi danni». Daverio ha dormito una notte in casa Malaparte, privilegio riservato a pochi. «Mi ha svegliato un gruppo di spagnoli con l'altoparlante per i turisti. Siccome poi non c'è più spazio per parcheggiare le barche davanti alla Grotta azzurra, nella baietta di casa Malaparte c'èunsasso che riflette la luce e i barcaioli ci portano i giapponesi spiegando loro che è la Grotta azzurra mignon. Non c'è paragone conlaCapridivent'annifaquando a villa La Moneta c'era il mio amico Aldo Massetti, frequentavamo Isabella Buitoni e altri e nei giardini sicoltivava la vite. Ora sembra di entrare nel duty free di un aeroporto mediorientale». Visite col contagocce, invece, a Villa Malaparte, che resta un eremo semisconosciuto. «Non credo si possa fare diversamente. Che cosa sarebbe se ci fossero 400 turisti sulla terrazza, distrutta da un transennamento di sicurezza... Il suicidio di Capri è anche comprensibile, ma bisogna avere la cortesia di lasciare un biglietto per gli eredi».